Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento molti italiani furono costretti ad emigrare verso le Americhe e l’Oceania. … L’80% degli emigranti proveniva dal Sud Italia, ancora arretrato in campo agricolo, economico ed industriale. Inoltre per l’80% erano di età compresa tra i 14 e i 45 anni. Quella che era la migrazione italiana può essere vista come un viaggio della speranza verso il ‘’nuovo mondo’’​. ​Di solito chi partiva dalle regioni del Nord si imbarcava a Genova o a Le Havre in Francia. Chi partiva dal Sud invece si imbarcava a Napoli. Il rapporto tra passeggeri di prima classe e di terza era di 5mila a 17mila e le differenze di trattamento per questi ultimi abissali: un sacco imbottito di paglia e un orinatoio ogni 100 persone erano gli unici comfort di un viaggio che poteva durare anche un mese. Molti morivano prima di vedere la terraferma. Una volta arrivati, superato l’umiliante filtro dell’ufficio immigrazione di Ellis Island, iniziava la sfida per l’integrazione.

Una nave di emigranti in arrivo negli USA

Ma come vennero accolti gli italiani al loro arrivo in America?
Se in Sud America conquistarsi un posto nella nuova patria fu più facile, negli Stati Uniti fu una faticaccia. I nostri connazionali preferivano così ghettizzarsi nei quartieri italiani e frequentare scuole parrocchiali, rallentando così la diffusione dell’inglese nelle comunità.

Negli Stati Uniti che da poco avevano abolito la schiavitù si diceva che gli italiani non erano bianchi, ​”ma nemmeno palesemente negri​”. In Australia, altra destinazione, erano definiti ​”l’invasione delle pelle oliva”.​ E poi ancora “​una razza inferiore​” o una “​stirpe di assassini, anarchici e mafiosi”​ . E il presidente Usa Richard Nixon intercettato nel 1973 fu il più chiaro di tutti. Disse: “​Non sono come noi. La differenza sta nell’odore diverso, nell’aspetto diverso, nel modo di agire diverso. Il guaio é che non si riesce a trovarne uno che sia onesto​”.

Il Museo dell’immigrazione di Ellis Island

Questa forma di discriminazione, nasce dalla massa. La massa è solo un gruppo di persone che fanno cose che normalmente non farebbero individualmente, perciò questo nella storia ha reso più facile ai governi e alle persone di ‘’potere’’ di manipolare il ‘’gruppo’’, inculcando nelle menti del popolo un modo sbagliato o giusto di vedere le cose. Non so quale emozione abbia spinto un popolo a convincersi che il nazionalismo fosse una cosa giusta, ma so per certo che le pecore nere ci sono in ogni popolo. Sappiamo benissimo che la fonte principale non è solo la teoria del darwinismo, che oltretutto è stata percepita in modo sbagliato, ma la volontà di voler rimanere ignoranti e le emozioni che, quasi sempre, condizionano il nostro operato nei momenti meno adatti. E’ ovvio perciò che una persona arrabbiata, abbia una probabilità più alta di prendere la decisione sbagliata, perché non è lucida. So anche che quasi tutte le persone hanno una morale ma, a quei tempi – l’inizio del ‘900 – a parte i rivoluzionari, moltissime persone hanno scelto di comportarsi come spettatori di fronte a pregiudizi e ingiustizie.

Foto di gruppo di emigranti, al loro arrivo ad Ellis Island

Parlando dell’immigrazione degli italiani verso gli Stati Uniti, mi sono chiesta perché ora l’Italia stia commettendo i medesimi errori con altre persone. Molti immigrati vengono nel nostro paese per rifugiarsi dalla guerra o per altri problemi, senza considerare nemmeno l’idea di approfittare dell’aiuto dello stato, come è solito dire da alcuni italiani. Nella storia siamo stati anche noi discriminati per alcune caratteristiche fisiche tipiche di un italiano e perché considerati una “razza” inferiore, ma potremmo comunque aiutare qualcuno che come noi sta fuggendo da qualcosa o qualcuno, in modo che la storia non si ripeta. A volte succede spesso che qualcuno dica che gli immigrati rubano il lavoro agli italiani, ma come è successo negli Stati Uniti all’inizio del ‘900, agli stranieri sono permessi quasi solo lavori considerati di basso profilo e per cui non si viene pagati abbastanza.

Marwa Bouras, 3B, Ibrahim Ghonim 3B, Chiara Morelli 3A

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