L’8 marzo di ogni anno si ricordano le lotte sociali per la conquista dei diritti delle donne. La scelta di questa precisa data, viene spesso associata ad un episodio avvenuto nel 1857 negli USA, in cui alcune operaie intente in uno sciopero, persero la vita a causa di un incendio; l’incidente industriale più grave delle storia fu quello avvenuto a New York nel 1922, che causò la morte di 23 uomini e 123 donne. In realtà la Giornata Internazionale della donna non trae origine da questi episodi. Questa Giornata nacque nel febbraio del 1909 negli Stati Uniti d’America, grazie al Partito Socialista americano; la proposta venne poi accolta anche da Clara Zetkin a Copenaghen. Solo durante una conferenza a Mosca nel 1921 venne scelta un’unica data internazionale, in ricordo della manifestazione contro lo zarismo delle donne di San Pietroburgo del 1917. Nel 1946 le organizzatrici delle organizzazioni a Roma scelsero come fiore simbolo la mimosa.

La conquista della parità di genere da parte delle donne occidentali è stato un percorso lungo e pieno di difficoltà e ha richiesto l’approvazione di molte leggi che potessero garantire i diritti delle donne. Per ottenere l’approvazione di queste leggi, le donne si sono organizzate in movimenti femministi e hanno spesso manifestato per sensibilizzare l’opinione pubblica.
In Italia solo nel 1946 venne riconosciuto anche il Suffragio Universale femminile, nel 1950 venne approvata una legge per il congedo di maternità e nel 1975 venne riconosciuto che anche il padre ha il dovere di partecipare in modo paritario all’educazione dei figli. Nel 1981 si abrogarono il delitto d’onore ed il matrimonio riparatore. Il delitto d’onore era un reato che veniva legittimato, perché commesso da una persona che rivendicava il suo onore. Se fossero avvenuti atti violenti invece, l’uomo e la donna si trovavano costretti a compiere un matrimonio riparatore, in modo da conservare la propria reputazione. In merito a ciò ricordiamo l’episodio di Franca Viola, allora una diciassettenne, che si oppose a questa norma diventando un esempio per tutte le altre donne.
Le lotte per l’emancipazione però non riguardano molti paesi del mondo in cui i diritti delle donne sono ben lontani dall’aver raggiunto la parità di genere. Spesso le donne non hanno diritto di istruzione, né di avere un lavoro, né di partecipare alla vita politica del paese.

Nonostante ci siano stati dei progressi nel processo di uguaglianza tra uomini e donne, ancora oggi ci sono delle differenze per cui bisogna portare avanti delle battaglie, come ad esempio la differenza salariale, nel senso che, a parità di lavoro, le donne hanno stipendi più bassi rispetto a quelli degli uomini, oppure la possibilità di ricoprire cariche istituzionali, nel senso che spesso nei governi il numero di donne è minore rispetto a quello degli uomini.
Per portare avanti questo discorso, è stato creato nel 2011 l’UN Women (Ente per l’uguaglianza di genere), con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze tra donne e uomini. Questo processo deve passare anche attraverso la creazione di modelli educativi differenti, che eliminino gli stereotipi del maschio e della femmina, stimolando la cultura della condivisione (contribuire alla pari alla gestione della casa e dei figli) e incentivando la formazione delle giovani donne nell’ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), materie che per tradizione sono di interesse prevalentemente maschile.
A cura degli alunni della Cassinis, a.s. 2020-21