
Il Binario 21 non è un binario “qualsiasi”. È il luogo da cui ebbe inizio l’orrore della Shoah a Milano. Da qui partirono, tra il 1943 e il 1945, i treni pieni di deportati ebrei e oppositori politici diretti ai campi di sterminio nazisti.
Il Binario 21 oltre ad essere un luogo della Memoria è diventato il Memoriale della Shoah di Milano e ad esso è collegato un progetto più ampio che ha lo scopo di rendere omaggio alle vittime dello sterminio e di far nascere un contesto vivo in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah.
Ad accogliere i visitatori c’è una grande scritta: INDIFFERENZA, ovvero il sentimento della gente nei confronti di ciò che stava accadendo durante tutto il periodo delle persecuzioni, non soltanto durante la deportazione. Dopotutto gli ebrei erano molto ben integrati nella società di allora, l’indifferenza di molti verso le persecuzioni di questo popolo è stata devastante.

Nel “cuore” del Memoriale si trovano quattro carri merci dell’epoca, uguali a quelli che si avviarono verso i campi di concentramento.
Tra il dicembre 1943 e il gennaio 1945 partirono dal Binario 21 una ventina di carrozze con dentro ebrei e oppositori politici. In ogni vagone stavano dalle 50 alle 80 persone, quando chiaramente non c’era spazio per tutti. Non c’erano finestre, se non qualche fessura. Non veniva dato da mangiare né da bere ed i bisogni fisiologici si facevano in un secchio. Il viaggio durava 7 giorni e non tutti arrivavano a destinazione.

Lungo il Muro dei Nomi si trova una grande installazione in cui sono riportati i nomi delle 774 persone che vennero deportate nei primi due convogli e che partirono da questo binario. Purtroppo non si conoscono tutti i nomi di chi è partito nei treni successivi al secondo quindi, per rispetto, sono stati inseriti solo i nomi dei “passeggeri” dei primi due. In bianco le vittime e in arancione i pochi sopravvissuti, 27.
Viola Farina 2F