Gli alunni della 3D, anno scolastico 2019/20, all’interno di un progetto curato dai Prof. Fania Raneri, Antonio Sacco e Alessandra Torresi hanno scritto una lettera alla Senatrice della Repubblica Liliana Segre, sopravvissuta della shoah e testimone dell’Olocausto, ecco il testo della lettera che le hanno inviato i ragazzi e a seguire la risposta della Senatrice.

Milano, 30 gennaio 2020

Cara senatrice, cara nonna,

ci scusi per il tono confidenziale utilizzato, ma la sua storia ci ha coinvolti profondamente, a tal punto da sentirla vicino a noi.

Siamo i ragazzi di una terza media del quartiere Niguarda a Milano. 

Niguarda accoglie chi vi arriva con un grande murales bianco, rosso e nero, con la scritta cubitale “NIGUARDA ANTIFASCISTA”.

Fino a poco tempo fa a noi ragazzi pareva che le parole “fascismo” e “antifascismo” riguardassero una storia lontana, ma recentemente abbiamo dovuto renderci conto che ci riguardano ancora da vicino. Qualcuno dice che il fascismo non esiste più, ma come chiamare allora l’intolleranza, il razzismo, la mancanza di capacità critica, la violenza con cui tante persone, sia nelle parole che nei fatti, si mettono contro tutti coloro che reputano diversi da sé, soprattutto se più indifesi? In nome di una presunta “superiorità” si sentono in diritto di togliere la libertà a quella che è la loro vittima di turno.

Noi pensiamo che ognuno di noi sia diverso, ma tutti devono avere gli stessi diritti, come sancito dalla nostra Costituzione.

Con la sua testimonianza lei ha rafforzato la nostra speranza di un futuro migliore.

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Immaginiamo che non sia stato bello, che sia stato difficile dover ripercorrere il dolore che ha provato durante il periodo di prigionia nei campi di concentramento.

Tra le tante cose che ha raccontato una in particolare ci ha colpiti; lei in un’intervista ha affermato di volere il suo numero di riconoscimento sulla sua tomba e vorremmo chiederle il perché di questa sua scelta.

È terribile dover ogni giorno convivere con il ricordo di quella orribile pagina di storia, ma questa esperienza noi non la dimenticheremo mai, questa è una promessa!

Molti di noi si impegnano in questo: lo scorso 23 novembre abbiamo collaborato con l’ANPI alla commemorazione del giorno in cui 73 anni fa, proprio dal nostro quartiere furono deportati 156 operai nei campi di concentramento di  Mauthausen, Ravensbruck e nella cava di Gusen I e Kahla come forza lavoro, schiavi.

Il desiderio di scriverle questa lettera nasce dalla voglia di raccontarle che cos’è per noi la libertà; per lei la libertà ha il sapore di un’albicocca, per noi, che non soffriamo la fame, la libertà è giocare, parlare al telefono, scrivere, disegnare, creare.

Per questo abbiamo deciso di mandarle un video contenente la nostra idea di libertà.

È un piccolo dono per dirle “grazie” e farle sentire la nostra vicinanza: non esistono solo gli haters, ma anche, e siamo tanti, i giovani che sentono di volerle bene.

Con profonda stima, gli alunni della 3^D. (A.S. 2019/20)

Ed ecco la risposta che la senatrice ha inviato ai nostri ragazzi:

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