Questo è l’invito di Gesù agli apostoli dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, quando disse loro: “raccogliete i pezzi avanzati, perchè nulla vada perduto” (GV 6, 12). Per il cristianesimo Gesù si identifica con i poveri e i bisognosi e chiede a tutti di prendersi cura invitando alla solidarietà e alla giustizia. Partendo da questo brano del Vangelo di Giovanni, gli alunni di terza hanno fatto un’unità, “Per un mondo migliore”.

L’uomo, tutt’oggi, non ha ancora sconfitto la fame nel mondo:
Il rapporto FAO del 2018 denuncia che oltre 820 milioni di persone sono costantemente malnutrite.
Normalmente si pensa che la fame nel mondo sia dovuta alla scarsità di cibo: in realtà, la terra produce cibo sufficiente per il doppio delle persone che ci abitano però l’80% delle ricchezze del mondo è nelle mani del 20% della popolazione specialmente in Europa e negli USA.

Il 5 febbraio è stata la giornata di prevenzione dello spreco alimentare, è stata ideata nel 2014 con lo scopo di sensibilizzare le persone più “fortunate” a non sprecare il cibo per aiutare chi ne ha più bisogno.

Si è calcolato infatti che ogni anno 36 kg di cibo vengono buttati nel cestino di casa. Uno spreco che vale 15 miliardi di euro. Un danno anche per l’ambiente, perché quel cibo non consumato, corrisponde a 24.5 milioni di tonnellate di CO2

Lo spreco alimentare è un tema fondamentale in un continente che produce meno cibo di quello che consuma e nel quale, le disuguaglianze sociali crescono di anno in anno. 

La Commissione Europea ha deciso che dovrà valutare entro il 2023 come ridurre del 50% lo spreco alimentare entro il 2030. Ogni anno buttiamo 250 euro di cibo nel cestino. Più o meno 15,5 miliardi di euro gettati al vento, lo 0.95% del Pil. E la colpa non è solo della grande distribuzione, dei supermercati, delle mense nelle scuole e negli ospedali o della filiera agroalimentare. Il problema siamo noi: perché oltre la metà del cibo, circa il 54% viene sprecato tra le nostre mura domestiche. Ogni anno un alimento su tre prodotto a livello mondiale, viene perso lungo la filiera alimentare. 

Ognuno di noi può dare il proprio contributo, perché l’unione fa la forza e quindi se tutti prestassimo un minimo di attenzione a certe piccolezze, riusciremmo a diminuire la quantità di sprechi alimentari.

La fondazione Barilla, ritiene che  le buone pratiche introdotte durante il lockdown abbiano avviato un miglioramento e stima che mantenerle nel tempo possa portare a ridurre significativamente lo spreco nel nostro Paese in modo sistemico.

Questo garantirebbe un beneficio in termini ambientali, ma anche economici, visto che, secondo ricerche recenti, lo spreco nel nostro Paese ha un costo rilevante: vale circa 10 miliardi di euro, ovvero quasi 5 euro a famiglia alla settimana (260 euro l’anno). Tra i dati analizzati emerge anche un’altra nota positiva: le perdite alimentari lungo la filiera di produzione, dalla fase post-raccolta fino alla trasformazione industriale, corrispondono al 2% del totale del cibo prodotto.

L’argomento riguardante l’impatto ambientale che gli sprechi causano è un tema molto sentito anche dai nostri connazionali: secondo una recente indagine, l’88% degli italiani sostiene che non sia etico buttare il cibo e l’83% riconosce l’impatto negativo sull’ambiente tanto che dichiara di essersi impegnato per ridurre lo spreco di cibo in casa.

Ecco alcune buone abitudini che potrebbero diminuire notevolmente gli sprechi alimentari:

-Pianificare i pasti della settimana. Ci permette di capire quali ingredienti abbiamo e quali   dovremmo acquistare e le giuste quantità.

-Nel frigo, disporre gli alimenti in ordine di scadenza in modo da utilizzare per primi quelli più “vecchi”

-Consumare gli avanzi, con ricette creative o imparando a congelare in contenitori appositi.

-Quando un cibo a lunga conservazione è scaduto, prima di buttare il prodotto verificare che il prodotto non sia in condizioni idonee per mangiarlo.

Per costruire quindi un mondo migliore dobbiamo:

  • Vincere i pregiudizi
  • Dialogare e informarsi
  • Cambiare i comportamenti quotidiani di ciascuno
  • Sostenere il commercio equo solidale

E ora, prova a rispondere a queste semplici domande per capire se contribuisci o meno al diffondersi degli sprechi alimentari.

OGNI DOMANDA AVRA’ UN VALORE DI:

-0 PUNTI: SE LA RISPOSTA ALLA DOMANDA E’ NO

-2 PUNTi SE LA RISPOSTA ALLA DOMANDA E’ COSì E COSì

-3 PUNTI SE LA RISPOSTA ALLA DOMANDA E’ Sì

-Fai regolarmente la lista della spesa?

-Quando cucini, fai attenzione a non esagerare con le quantità?

-In frigo, metti davanti i cibi prossimi alla scadenza e dietro quelli appena acquistati?

-Metti sempre in freezer i cibi che con ogni probabilità non riuscirai a consumare a breve?

-Conosci ed esegui ricette i cui ingredienti sono avanzi e scarti alimentari?

-Acquisti preferibilmente prodotti freschi di stagione?

-Se in casa hai del cibo che rischia di andare a male e pensi di non riuscire a consumarlo, ne dai un po’ ai vicini o ti organizzi per consumarlo convivialmente?

-Al ristorante ti porti via gli avanzi con il doggy bag?

-Usi il tuo naso, i tuoi occhi, la tua lingua, per verificare che gli alimenti in  scadenza o scaduti siano effettivamente andati a male?

-Sai distinguere tra una vera data di scadenza e la dicitura ‘da consumarsi preferibilmente entro’?

RISULTATI:

20-3O PUNTI= Riesci a consumare il cibo che compri, odi gli sprechi alimentari, sei un grande esempio per il pianeta

10-20 PUNTI= Partecipi parzialmente alla riduzione degli sprechi, dovresti prestare più attenzione in ciò che compri

0-10 PUNTI= Devi ancora imparare a ridurre gli sprechi, fai attenzione alle date di scadenza…

Testo di Niccolò Bernabei e Melissa Telesi 3B, Marianna Farneti e Sofia Zatta di 3A disegni realizzati dagli alunni di 3A, 3B e 3C

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